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ANTROPOCENTRICO
IL MALE ANTICO
IDEAZIONE: ARIANNA LANCI

Arianna Lanci: testi, voce, immagini
Luigi Pizzaleo: musiche originali, pianoforte, elettronica
Paride Russo: didjeridoo
Ensemble Vocale Canòpea: coro parlato
Dorin Mihai: regia visuale

Un modo intimo e universale di raccontare la relazione con la natura selvatica dentro la città e sulla spiaggia.
Tra sogno e realtà, tra scrittura e musica, si snoda un sentiero fatto di microscopici colpi d’occhio, istanti di ascolto e gesti concreti di attenzione verso tutte le forme di vita, animali e vegetali, che condividono gli spazi di un quotidiano stare al mondo, dentro un contesto urbano ancora fortemente permeato da una visione rigidamente e pericolosamente antropocentrica.
Tanta la vita della natura che passa inosservata e che necessita di essere difesa.
Una battaglia culturale ci aspetta nel futuro prossimo: rendere più ampio e più sottile il nostro sguardo.
Aprire la nostra sensibilità al meraviglioso mondo non umano, agire in nome della sua tutela.
Siamo ancora troppo ciechi e troppo sordi, in un pianeta sofferente che chiede la nostra cura, il nostro amore.
La performance è dedicata al piccolo fratino che ha trovato la morte nella spiaggia tra Rimini e Riccione il 21 luglio 2023 in occasione di uno dei grandi eventi della Rimini Beach Arena.

 

ANTROPOCENTRICO

Antropocentrico è il male antico
Il male di cui soffriamo.
Quel male che ci divora- dal di dentro.
Una povertà del sentire da cui-       non si guarisce
che per miracolo.
Un senso di superiorità che sa-            di veleno.
Antropocentrico è il male antico.
Il male che restringe universi mentali.
Il male che acceca, i cuori più saldi.
Quel male che è come una condanna
in angusti paesaggi- di claustrofobica quiete.
Antropocentrica è un’arroganza silente
di cui non è dato sapere- se non quando
diventa violenza,    sfacciata e demente.
Mi chiedo quanto cielo siamo in grado di sentire
Mi chiedo quanta compassione siamo in grado di provare
Mi chiedo perché
siamo meschini e impauriti. Perché
siamo distanti,                 da un’altra parte.
Perché
siamo assetati-      di potere, e di controllo
di un mondo che immaginiamo vuoto,         senza di noi.
Mi dico che siamo erba
Siamo erba,                  erba.
Antropocentrico è il male antico
Il male di cui soffriamo.
Quel male che ci divora- dal di dentro.      
 E a noi non resta che redimerci.
O cessare di
essere.