STORMI DI VOCI
MIGRAZIONI DELL’ANIMA
Rituale sonoro di ricongiungimento tra la Terra e il Cielo
Ideazione: Arianna Lanci
SPAZIO 1
- Incipit: Nel buio fiorisce il canto
Mi riguarda il cielo
- Usignolo del bosco, insegnami a parlare (libera interpretazione da Rossignolet du bois, trad.occitano)
SPAZIO 2
- Le rondini (libera interpretazione da A chantar, di Beatriz de Dia, XII sec.)
- I rondoni (libera interpretazione da Indescort, di autore anonimo, dal Codex Faenza, XV sec.)
SPAZIO 3
- La garzaia: il fiume si fa letto, gli uccelli si fanno foglie (libera interpretazione da Muito faz, di autore anonimo, dalle Cantigas de Santa Maria, XIII sec.)
SPAZIO 4
- Il colombaccio e la cinciallegra
- La risata del gabbiano
SPAZIO 5
- Il dormitorio delle taccole
- I gabbiani
- Amo la voce del pettirosso
- Il treno e il pettirosso
Il centro di questo progetto musicale è la relazione con il cielo, il sentimento di meraviglia che ne deriva e la conseguente registrazione del canto di diverse specie di uccelli selvatici che si legano al fiume Marecchia e alla città di Rimini e che entrano in dialogo con la voce e il clavisimbalum di Arianna Lanci. A partire da un contatto quotidiano, che diventa valorizzazione e- infine- performance musicale, il concerto vuole così essere un “luogo”, uno spazio di ricongiungimento tra la terra e il cielo, un riposizionarsi dell’essere umano dentro la complessa e magica trama qualitativa del mondo sonoro in cui si trova immerso, non più fulcro, ma parte di un tutto, di uno stesso respiro. Il canto degli uccelli non ha quindi nulla di ornamentale, ma diviene il centro di uno spazio interiore, di un migrare stando fermi, per addentrarsi nel qui ed ora- come a coltivare una forma più sottile di attenzione. Le musiche presentate da Arianna Lanci sono composizioni originali, improvvisazioni e rielaborazioni di canti di tradizione orale o di brani vocali tratti dal repertorio colto europeo tra medioevo e barocco e inerenti il tema o l’immagine del cielo secondo molteplici declinazioni di significato. La componente elettroacustica, a cura di Emiliano Battistini, non intende creare un semplice sottofondo naturalistico, né tanto meno decorativo, ma è intesa come un vero e proprio strumento musicale che gioca di contrappunto e in modo concertato con la voce e il clavisimbalum. Inoltre, se il canto degli uccelli è trattato come un vero e proprio strumento musicale, la voce umana si fa “ambientale”, venendo processata in tempo reale o riproposta in maniera differita, in punti specifici del concerto, tramite una serie di effetti sonori come il loop o il delay. Il frutto di questa performance è una musica suggestiva- evocativa- che, legandosi essenzialmente alla fonosfera celeste, reinserisce l’essere umano nel mondo animale, superando la dicotomia tra natura e cultura per l’instaurazione di un nuovo collettivo inclusivo e plurale.
MI RIGUARDA
Mi riguarda il cielo,
mi riguardano gli stormi di uccelli.
Mi riguarda questo struggimento,
che mi fa sentire parte.
Mi riguarda sentirmi fragile e risonante, perché sottile:
uno strato di pelle sottile.
Mi riguarda questo senso di paura
che riesco a tenere e contenere.
Mi riguarda l’immagine degli alberi,
mi riguardano i tronchi che prolungano la vita verso l’azzurro
senza temere oscurità e densità, senza temere.
Mi riguarda la solitudine, la sorgente, un sentiero dentro il bosco.
Mi riguarda il peso del passato, il respiro che si apre al pensiero del futuro.
Mi riguarda la vita del più piccolo animale,
mi riguarda la sofferenza di ogni animale sulla terra.
Mi riguardano i sospiri, le parole non trovate,
la voce del vento che aiuta nell’affinare l’ascolto.
Mi riguarda l’ascolto.
Mi riguarda la guarigione che viene dalla natura,
il perdono che viene dalla lontananza,
mi riguarda il silenzio
profondo,
e gentile.