“Udite Amanti”:
Arie, Danze e Toccate del ‘600 italiano.
Il programma ci conduce al centro del nuovo stile di canto monodico fiorito a partire dai primi anni del 1600: il recitar cantando, dal quale sorgerà il melodramma. In questo nuovo genere il canto si colloca a metà strada tra la voce cantata e quella parlata sia per l’aspetto ritmico che per quello intervallare, con il fine precipuo di muovere gli affetti in coloro che ascoltano. Il canto amplifica la portata espressiva della parola, ponendosi al suo servizio, e facendo del cantante un vero e proprio attore in grado di esprimere del testo poetico sia la sfumatura più sottile che il dramma più intenso.
Comprende inoltre Danze di carattere popolaresco, eredi dell’antica tradizione rinascimentale che consisteva nell’elaborare e variare balli tradizionali trasfigurandoli in raffinate opere d’arte, e Toccate nelle quali trovava libero sfogo la fantasia improvvisativa dei liutisti e dei tiorbisti seicenteschi. La vocalità influenzò ampiamente il modo di scrivere dei compositori liutisti e tiorbisti che, cercando di realizzare sui propri strumenti le caratteristiche della “ teoria degli affetti” atta a commuovere gli uditori, diedero un importante impulso alla definizione e allo sviluppo dello stile barocco.
Il filo conduttore è dunque la grande vocalità italiana che fra XVII e XVIII secolo si afferma in tutto il suo splendore, fornendo le fondamenta al successivo trionfo del melodramma ottocentesco. L’esigenza è quella di sondare tutte le possibilità tecniche ed espressive della voce umana e di creare nel pubblico “meraviglia e stupore”. Si gioca sugli affetti, sui virtuosismi, sui significati (o doppi sensi) del testo poetico: ed ecco che nascono autentici capolavori come Così mi disprezzate di Frescobaldi – furente voce di un amante ferito che medita vendetta -, o lo struggente Si dolce è il tormento del divino Claudio (Monteverdi), o ancora la passacaglia Usurpator tiranno in cui Sances, sopra il basso ostinato affidato agli strumenti, scrive dei veri e proprio arabeschi vocali.
Programma
Giulio Caccini ( Tivoli , 1550 c. – Firenze 1618)
Dolcissimo sospiro
Johannes JeronimusKapsberger (Venezia, 1580 circa – Roma, 1651)
Sarabanda e Canario (tiorba e arciliuto )
Sigismondo d’India (Palermo, 1582 circa – Modena, 19 aprile 1629)
Piangono al pianger mio
Anonimo (sec.XVII)
La Bertoncina e sua Corrente
Claudio Monteverdi (Cremona 1567 – Venezia 1643)
Si dolce è il tormento
Michelangelo Galilei ( sec.XVI –XVII)
Toccata (arciliuto)
Giulio Caccini (Tivoli, 1550 circa – Firenze, 1618)
Dalla porta d’oriente
Johannes Jeronimus Kapsberger
Passacaglia
Tarquinio Merula ( Busseto,24 novembre 1595 – 10 dicembre 1638)
Folle è ben chi si crede
Girolamo Frescobaldi (Ferrara, 13 settembre 1583 – Roma, 1º marzo 1643
Così mi disprezzate?
Anonimo (sec XVII)
Ballo di Mantova e Sua Corrente (arciliuto e tiorba)
Barbara Strozzi ( Venezia, battezzata il 6 agosto 1619- Padova , 11 novembre 1677)
Udite Amanti ( l’Eraclito amoroso)
Alessandro Piccinini (Bologna, 30 dicembre 1566 – 1638)
Ciachona in partite variate (tiorba e arciliuto)
Giovanni Felice Sancez (Roma, 1600 – Vienna, 24 novembre 1679)
Usurpator tiranno
Arianna Lanci, mezzosoprano
Massimo Lonardi, arciliuto
Maurizio Piantelli, tiorba